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CURSA lancia la CER 2.0: non solo energia verde e bollette meno care

14 Ott 2024

NELLA “CER 2.0” ALTRI SERVIZI SI AGGIUNGONO A VANTAGGIO DEI CITTADINI E DELL’AMBIENTE

A fare da apripista la CER che si costituirà in Abruzzo tra i Comuni di Fossa, Scoppito, Poggio Picenze, Navelli e San Demetrio ne’ Vestini, proiettata già ad aggregare tutti i Comuni del Cratere sismico 2009

È arrivato il momento di potenziare il modello CER (Comunità Energetica Rinnovabile) e andare verso quello che CURSA definisce CER 2.0 ovvero una “Cleantech Community”. Cos’è una Cleantech Community?

La Cleantech Community è una società di territorio che allarga i propri orizzonti rispetto alla CER, espandendo la propria missione societaria per accrescere e migliorare le ricadute sul sistema ambientale, locale e soprattutto sulle comunità. La Cleantech Community non si limita alla produzione e alla condivisione di energia rinnovabile, secondo lo scopo classico di una CER. Allarga la propria azione occupandosi di altre funzioni e servizi utili all’ambiente e al territorio. In particolare:

  • opera per divenire un provider di servizi di bilanciamento della rete di distribuzione elettrica;
  • valorizza talune funzioni eco-sistemiche anche sotto il profilo economico e ambientale, connesse alla gestione di boschi e aree agricole;
  • organizza filiere di produzione del biochar per generare crediti di carbonio e altri prodotti valorizzabili;
  • studia il sistema territoriale e le sue risorse ambientali, culturali, e ne diffonde la conoscenza sia all’interno che all’esterno, concependo percorsi innovativi di valorizzazione, capaci di portare alla generazione di prodotti turistici integrati, collocabili sul mercato.

La Cleantech Community nasce così per riunire queste funzioni come tessere di un unico mosaico, il cui valore ambientale, economico e sociale va dimostrato attraverso i benefici reali prodotti. Per questo, il Piano Economico Finanziario della società diventa l’ago della bilancia per verificare l’esistenza delle condizioni di sostenibilità da ritenersi necessarie per procedere alla fase attuativa.

“Abbiamo accertato che il modello CURSA della CER permette di generare piani economico-finanziari sostenibili. Tenendo conto che una CER può incassare per legge una tariffa incentivata per un periodo di venti anni e che i servizi ecosistemici o il biochar derivanti dal capitale naturale di un territorio o gli stessi servizi di bilanciamento della rete possono assumere grande importanza anche economica nei nuovi modelli di transizione energetica ed ecologica della società, perché non assegnare queste funzioni a società territoriali locali, di cui verificare preventivamente le condizioni di fattibilità realizzativa e gestionale?”, afferma il direttore del Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e l’Ambiente, Stefano Banini.

Se il PEF funziona, ciò che può servire sono i capitali necessari per opere e dotazioni tecnologiche, perché è obbligatorio che la società si autosostenga per il funzionamento a regime.

Le CER rappresentano lo strumento più avanzato attraverso cui l’UE e lo Stato italiano vogliono realizzare gli obiettivi della transizione energetica. Tuttavia siamo solo all’inizio: con la Cleantech Community, CURSA intende conseguire ulteriori benefici ambientali, sociali ed economici.

“L’ottica è di massimizzare i risultati per Comuni, imprese locali e cittadini, privilegiando innanzitutto i fondatori di queste nuove entità giuridiche nascenti sul territorio, senza però penalizzare l’indotto legato alla partecipazione di altre imprese e operatori economici esterni che potranno dare supporto al processo, fornendo beni, lavori e servizi in funzione delle necessità e alle migliori condizioni possibili”, conclude Banini.  

 

Ufficio Stampa CURSA

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