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“Bioregione”: come coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo sociale ed economico delle comunità

8 Ott 2024

Pensare a un territorio come bene comune significa, da un lato, evidenziare l’importanza della relazione fra insediamento umano e servizi ecosistemici, che forniscono agli abitanti benefici insostituibili, e dall’altro creare una sensibilità verso quel territorio da parte degli stessi abitanti in modo da vivere insieme, alimentando un uso sostenibile del patrimonio, adeguato a produrre economie locali e regionali autosufficienti.

A tal proposito non possiamo non parlare di “bioregione urbana”: un sistema territoriale locale caratterizzato dalla presenza di centri urbani e rurali, organizzati in sistemi connessi fra loro da relazioni abitative, e di sistemi idro-geo-morfologici e ambientali relazionati con il sistema urbano e agro-forestale. Queste relazioni caratterizzano la qualità e gli stili dell’abitare, equilibri ecosistemici durevoli e la capacità auto-riproduttiva di un luogo. La “bioregione urbana” è un sistema territoriale locale dotato di forme di autogoverno finalizzate all’autosostenibilità del sistema stesso e al benessere degli abitanti, i quali attivano sistemi produttivi locali fondati sulla valorizzazione dei beni comuni ambientali, territoriali, paesaggistici, socioculturali.

Proteggere il proprio territorio e il patrimonio di biodiversità che esso racchiude può diventare un motore di promozione e di sviluppo sociale ed economico della comunità, diventando un interesse collettivo prioritario. Richiamando la Carta di Siracusa sulla Biodiversità (2010) sono quattro i temi su cui bisogna lavorare:

BIODIVERSITÀ E CLIMA

Occorre sviluppare linee politiche sinergiche in modo da evidenziare come la biodiversità e i servizi ecosistemici risultino la base per la regolazione del clima.

Mitigare il cambiamento climatico significa portare avanti quelle azioni per la riduzione della concentrazione dei gas serra, a differenza dell’ “adattamento climatico” che mira a minimizzare gli effetti del riscaldamento globale. Non per ultimo è necessario contrastare il disboscamento illegale. Le foreste possono essere una risorsa significativa per realizzare strategie poco costose di mitigazione del cambiamento climatico.

BIODIVERSITÀ, ECONOMIA E BUSINESS

Occorre investire nell’adattamento e nella mitigazione del cambiamento climatico, nella conservazione e nell’uso sostenibile delle risorse naturali, promuovendo la biodiversità come possibile volano di sviluppo “green marketing”. Ridurre qualsiasi impatto negativo sulla biodiversità derivante dall’attuazione di programmi di sviluppo delle infrastrutture.

GESTIONE DELLA BIODIVERSITÀ E DEI SERVIZI ECOSISTEMICI

È fondamentale attuare politiche e incentivi per la biodiversità.

Promuovere prodotti ecologici e la gestione sostenibile delle risorse naturali.

Applicare principi di gestione integrata delle coste in modo da realizzare conservazione e sviluppo sostenibile delle fasce costiere e marine.

Sviluppare e consolidare attività volte a prevenire e controllare le specie aliene invasive, considerati gli impatti delle stesse sulla biodiversità e sui servizi ecosistemici.

SCIENZA, RICERCA E POLITICA

Bisogna migliorare sempre più l’interfaccia scienza-politica, sviluppando e mantenendo la capacità tecnico-scientifica nelle tematiche legate alla biodiversità.

Sostenere la cooperazione tra i Paesi, gli Istituti di ricerca per migliorare il monitoraggio della biodiversità.

Raccogliere dati sulla biodiversità, sugli indicatori idonei a misurare il benessere umano.

Promuovere una ricerca finalizzata alla migliore conoscenza della biodiversità e di servizi ecosistemici per una valutazione globale dell’ambiente, attivando azioni di monitoraggio e valutazione dello stato di conservazione di habitat e specie di interesse comunitario.

 

La necessità di preservare la biodiversità come componente del capitale naturale diventa sempre più urgente.

Va poi fatto cenno ai “crediti di carbonio”, importantissimi nel tracciare la CO2 assorbita. Certificati secondo gli standard internazionali di riferimento, possono essere acquistati da un ente, un’istituzione in modo da far risultarne l’immagine come “sostenibile”. Altrettanto importante sono i “crediti di sostenibilità”, ossia “il riconoscimento economico ai servizi ecosistemici che le foreste offrono al genere umano: corrisponde ad una tonnellata di CO2 equivalente assorbita”.

Si tratta, in sostanza, di saper costruire una società che sappia coniugare la tutela dell’ambiente con lo sviluppo sociale ed economico delle varie comunità, realizzando una distribuzione equa delle ricchezze e un mantenimento delle risorse.

Anche il ripopolamento rurale possiede degli elementi importanti alla stesura di progetto di “bioregione”. Produrre in proprio “in modo ecologico”, salvaguardare dal punto di vista idrogeologico il territorio, avere cura del bosco rappresentano valide risposte per valorizzare e riqualificare aree metropolitane e saperi delle comunità montane. Importante è attivarsi per una rivalutazione delle sapienze contadine, in grado di innescare percorsi di ripopolamento rurale contrastando i processi di urbanizzazione.

Evocando l’Agenda 21 “Pensare globalmente e agire localmente”, bisognerebbe partire dai problemi e dalle potenzialità di un territorio e, con uno sguardo olistico, vedere l’uomo e il territorio nella sua globalità.

 

Stefania Spadafora

Naturalista CURSA

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