A cura del Prof. Giuseppe Scarascia Mugnozza, Head of Biocities Facility
Le città, che sicuramente rappresentano i più sorprendenti incubatori di sviluppo economico e d’innovazione della storia umana, sono chiaramente causa delle modificazioni ambientali in atto ma, al contempo, possono anche fornire un contributo decisivo per la soluzione dei problemi ambientali, assumendo un ruolo guida nel ripensare l’economia e la sua relazione con la natura.
Se consideriamo che già oggi, per la prima volta nella storia dell’umanità, la maggior parte della popolazione mondiale vive nelle città e che i territori urbani, pur rappresentando nel mondo solo il 3% dell’uso del territorio, consumano gran parte dell’energia e contribuiscono per il 70% alle emissioni di gas serra, risulta evidente che la crisi ambientale attuale è in larga parte causata dai sistemi urbani come li abbiamo concepiti e realizzati fino ad oggi. Dopo 200 anni di urbanizzazione senza precedenti e crescita economica basata su risorse fossili, siamo arrivati a un punto critico. Il nostro mondo urbanizzato è diventato troppo grande e invasivo per il nostro pianeta, con chiare conseguenze quali i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità e il degrado delle nostre risorse naturali.
Le città devono, quindi, promuovere un cambiamento trasformativo, non solo sostituendo l’energia fossile con quella rinnovabile, ma anche favorendo la sostituzione dei materiali non rinnovabili quali la plastica, l’acciaio e il cemento con biomateriali rinnovabili, e riconvertendo le infrastrutture grigie con quelle verdi, rendendo la natura un’infrastruttura urbana fondamentale. Gli alberi, le foreste e il legno sono chiamati a svolgere un ruolo chiave nel creare le Biocittà del futuro.
Con il concetto di Biocittà vogliamo proporre una nuova visione per guidare la trasformazione delle aree urbane, dall’attuale economia lineare e basata su risorse fossili, a una bioeconomia circolare basata su una relazione nuova tra natura e società, economia ed ecologia, e tra le aree urbane e quelle rurali, intese come Bioregioni. Quindi, le Biocittà comprendono non solo alberi e verde urbano ma rappresentano le città organizzate come sistemi socio-ecologici, fondate su soluzioni e concetti basati sulla natura o, meglio, su alberi e foreste (Forest Based Solutions and Thinking).
A tale scopo, due anni fa è stata aperta a Roma, con il determinante sostegno del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, la nuova sede dell’Istituto Forestale Europeo (EFI), dedicata alle Biocittà. La Biocities Facility di EFI ha l’obiettivo di sviluppare attività di ricerca, di comunicazione e di divulgazione riguardanti il contributo che alberi, foreste, legno e altre materie prime rinnovabili possono fornire per trasformare le nostre città, in modo da accelerare la transizione verso un’economia climaticamente neutra e basata sulla natura.
Il centro EFI di Roma sulle Biocittà comprende competenze trasversali e multidisciplinari che servano a collegare l’ampliamento delle conoscenze, conseguito con la ricerca scientifica, alle iniziative dirette sul territorio in ambito urbano e peri-urbano, per trasformare il modo in cui costruiamo e viviamo le nostre città. EFI Biocities propone quindi una nuova visione per progettare gli ambienti urbani grazie alla forza trasformatrice della natura e degli alberi, con un’accentuata proiezione internazionale, grazie anche alla collaborazione con FAO ed altri organismi internazionali che hanno sede a Roma e in Italia.
EFI Biocities pur avendo iniziato da poco tempo le proprie attività di ricerca e di divulgazione, già si avvale di un gruppo di ricerca diversificato, con competenze ben assortite e con notevoli potenzialità di interazione tra loro: esperti in medicina e salute in rapporto agli alberi, alle foreste urbane, ai parchi; esperti in gestione partecipativa e politiche sulle foreste urbane e sulla natura in città, ecoturismo e servizi ecosistemici; esperti di sistemi agro-forestali, agricoltura urbana e di restauro e ripristino di paesaggi, anche impegnati con esperimenti in campo, i cosiddetti living labs, sull’impatto dei cambiamenti climatici e il potenziale di mitigazione e adattamento dei sistemi agro-forestali in ambiente urbano e peri-urbano.
La promozione di collaborazioni intersettoriali e transdisciplinari è prioritaria per risolvere le complesse sfide globali attuali, quali urbanizzazione accelerata, cambiamento climatico, deterioramento ambientale, perdita di biodiversità, aumento dei conflitti e della polarizzazione sociale. Per questo serve una stretta collaborazione tra competenze e mondi differenti, coinvolgendo esperti internazionali di foreste urbane, architettura sostenibile, urbanistica, costruzioni in legno, moda sostenibile, mobilità verde, agricoltura e agro-forestazione urbana, servizi ecosistemici, oltre che la governance delle istituzioni.
E infatti il centro EFI sulle Biocittà, insieme a CURSA, ha avviato di recente diversi progetti su città italiane e mediterranee per valorizzare la grande quantità di informazioni digitali raccolte quotidianamente sulle nostre città, le cosiddette smart cities, integrandole con le informazioni sulla natura delle biocities, per fornire piani e programmi per rendere più sostenibili e verdi le nostre città e per migliorare la qualità della vita e la salute dei nostri cittadini.